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I Gesuiti a Venezia

La storia

I Gesuiti con Venezia hanno un lungo legame che parte dai tempi della fondazione del loro ordine religioso. È da Venezia che Ignazio di Loyola nel 1523 era salpato sulle navi della Serenissima per Gerusalemme come solitario pellegrino mendicante e nella città lagunare era tornato ancora nel 1535 rimanendovi fino all’ottobre del 1537 dove maturò con i suoi compagni il futuro progetto di fondazione della Compagnia di Gesù, universalmente conosciuta come l’ordine dei Gesuiti.

Molti anni dopo, essendo la Repubblica di Venezia entrata in conflitto con il Papa, il 6 maggio 1606 Paolo V pronuncio l’interdetto contro di essa e questa reagì ordinando che “tutti i sacerdoti dovessero continuare nell’esercizio dei loro ministeri”. Naturalmente i gesuiti non potevano accettare quest’ordine che li avrebbe messi in opposizione alla Santa Sede e l’’11 maggio su quattro barconi lasciarono la città, il cui governo li dichiarava “nemici della Repubblica ed espulsi da qualunque luogo dello stato, con la nota specifica che in alcun tempo e per qualsivoglia ragione non sarebbero stati riammessi” .

I gesuiti poterono rientrare in Venezia nel 1656 insediandosi nell’attuale Campo dei Gesuiti alle Fondamenta Nuove, nell’antico e poi ampliato convento del soppresso ordine dei padri Crociferi dove edificarono il monumentale e attuale complesso del Collegio.
Tra il 1710 e il 1735 venne edificata la splendida chiesa barocca di “Santa Maria Assunta ai gesuiti” su progetto dell’architetto Domenico Rossi.

I padri gesuiti furono sloggiati e dispersi ancora nel 1773, allorché il pur mite papa francescano Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù per compiacere politicamente i vari governi cattolici d’Europa. L’edificio del collegio fu quindi adibito a scuola pubblica e poi destinato a caserma.
Ristabilito l’ordine dei gesuiti dal papa benedettino Pio VII, eletto nel conclave tenuto a Venezia nell’abazia di S. Giorgio maggiore, i figli di Sant’Ignazio ripresero possesso della loro chiesa nel 1843. Anch’essi poi subirono le fortunose vicende dell’assestamento risorgimentale italiano che causarono la soppressione di istituti religiosi e l’incameramento dei loro beni (1866). I gesuiti dopo quattro anni ripresero le attività pastorali e nel 1897 si stabilirono nell’attuale residenza a ridosso della chiesa.

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